ANNI ’90 NOI CHE VOLEVAMO LA FAVOLA

Con Massimiliano Gallo

Eravamo rimasti alla caduta del muro di Berlino. Così era finito il mio spettacolo sugli anni 80: “Stasera, Punto e a Capo!” Quello in cui ho raccontato la mia adolescenza a metà tra purezza e infinito incanto. Le immagini delle caduta del Muro di Berlino, i berlinesi armati di piccone, le folle che attraversano il Checkpoint Charlie, gli abbracci tra sconosciuti, i balli in cima a quello che fino a poche ore prima era il simbolo della divisione del mondo in due fazioni.

Riguardando a quell’epoca, sembra che col Muro sia caduta la prima casella di un domino di eventi positivi che negli anni successivi ha sconvolto gli equilibri del mondo. Insomma, sembrava tutto bellissimo…ma forse niente é veramente cambiato!

Erano gli anni di “Certe Notti” di Ligabue e dell’ “Ombelico del mondo” di Jovanotti. Di Fiorello e del suo “Karaoke”, di “Non è la rai”, di “Bim, bum, bam” e di “Bay Watch”, di “Blob” e “Artattack”, di “La vita è bella”, “Forrest Gump” e “Mamma ho perso l’aereo”della pillola rossa o la pillola blu di “Matrix”. Erano gli anni in cui si giocava a “Super Mario” e “Pokemon”, in cui si parlava di un mondo da connettere. Erano gli anni del Viagra.

Come ha detto Douglas Coupland, lo scrittore che ha coniato il termine Generazione X: “La storia era finita, e la sensazione era ottima”. Quello degli anni Novanta è stato apparentemente un decennio perfetto, ma in realtà sono molte le cose che preferiamo non ricordare sui nostri profili social, ma d’altronde fa piacere ricordare solo le cose belle.

Quello di cui la nostalgia non tiene conto è per esempio la guerra: dal massacro di Srebrenica al genocidio in Ruanda. La stessa sorte è toccata alla svalutazione della Lira e alla progressiva perdita di potere d’acquisto da parte degli italiani successive a Mani Pulite, ed è proprio nel gennaio 1994 che con un videomessaggio di 9 minuti Silvio Berlusconi ha fatto il suo ingresso in politica, non uscendone per i vent’anni successivi. È sempre in questo periodo che si è iniziata ad affermare in Italia la Lega Nord di Bossi che è arrivata al Governo.

Ed allora divertiamoci a raccontarli questi anni 90’, ridendo sulle nostre disgrazie, su quello che siamo stati e su quanto ci eravamo promessi. Che la festa continui… Con me in scena la stessa formazione dello spettacolo precedente che ci ha regalato un enorme successo di pubblico e critica: , la cantante Carmen Scognamiglio e sei musicisti diretti dal Maestro Mimmo Napolitano.

Massimiliano Gallo.

LA FELICITÀ

Autore Eric Assous

Con Gianfelice Imparato, Alessandra D’ambrosio

Regia Gianfelice Imparato

Assistente Alla Regia Roberto Capasso

Scene E Costumi Francesca Garofalo

Produzione I Due Della Città Del Sole

 

SINOSSI
Luisa e Alessandro, non più giovani, dopo il loro primo incontro hanno passato la notte insieme. Al risveglio si trovano ad affrontare le tipiche insicurezze di chi non sa se la loro prima colazione sia l’inizio di un rituale che condivideranno nel tempo o l’epilogo di un incontro casuale. Di questi momenti ne hanno vissuti tanti. Luisa è separata e Alessandro è in attesa di divorzio ed ha anche tre figlie. In un susseguirsi di bugie, colpi di scena e situazioni paradossali, Eric Assous, in questa pièce estremamente divertente, riesce a descrivere perfettamente l’amore dopo gli “anta”: credono ancora che in un rapporto di coppia possono trovare la felicità?

NOTE DI REGIA
Eric Assous è un autore che ho scoperto da poco, ma che mi ha subito affascinato per il suo modo originale di indagare l’animo delle persone attraverso i suoi personaggi. Anche altre sue opere trattano delle dinamiche di coppia, ma “La felicità” mi ha colpito particolarmente per come la profondità dei temi si concilia con la leggerezza e la comicità dei dialoghi. È un solo atto, della durata di circa 90 minuti, diviso in cinque quadri. E la storia ci racconta, nell’arco temporale di sei mesi, di due persone mature. Dal loro primo e casuale incontro fino al giorno del matrimonio. I passaggi da un quadro all’altro saranno scanditi da musiche e cambi di luce. Pochi elementi scenici per la consapevolezza che altri orpelli o artifici nulla apporterebbero al valore del testo che ha bisogno di essere gustato in tutti i suoi molteplici sviluppi che vanno dal tenero al comico, al teso con imprevedibili cambi di umori. L’ultima battuta del testo:
“Non è perché non abbiamo più vent’anni che non abbiamo più diritto alle illusioni. La felicità ci sembra un miraggio, ma è molto semplice. È alla portata di tutti. Saremo felici, vedrai.”

 

IL VEDOVO ALLEGRO

Di e con Carlo Buccirosso

Regia: Carlo Buccirosso

Protagonisti: Carlo Buccirosso, Gino Monteleone, Elvira Zingone, Donatella de Felice, Davide Marotta

Tre anni dopo la fine della pandemia, Cosimo Cannavacciuolo, vedovo ipocondriaco, stabilmente affetto da ansie e paure, inquilino del terzo piano di un antico palazzone situato nel centro di Napoli, persa la sua amata moglie a causa del virus, si ritrova a combattere la solitudine e gli stenti dovuti al fallimento della propria attività di antiquariato, che lo ha costretto a riempirsi casa della merce invenduta del suo negozio, e a dover lottare contro l’ombra incombente della banca concessionaria del mutuo che, a causa dei reiterati mancati pagamenti, minaccia l’esproprio e la confisca del suo appartamento…